La guardia dell’infinito

di Giuseppe Felici rossointoccabile

 

22

non c'è né può esserci...

 

Le guardie mi trascinano

portando sulle spalle un maiale.

Il maiale si porta, l’uomo si tira al guinzaglio.

Ho Chi Minh

 

Aeroporto di New York, mattina.

L’uomo è grasso oltre ogni immaginazione, viene da chiedersi come possa camminare.

Si muove, invece, con una relativa agilità, il vestito costoso, probabilmente tagliato su misura, cade perfettamente e le sue quattro guardie del corpo sono sufficientemente minacciose da tener lontani i curiosi.

Il quintetto, va detto, non cerca di non attirare attenzioni, ma è l’aeroporto di New York, è pieno di uomini d’affari con la scorta.

Malgrado il loro aspetto insolito, si perdono fra la folla.

Concentriamoci un po’ su di loro.

L’uomo al centro, dicevamo, è grasso, ben vestito, sicuro di sé.

Ha un grosso naso. Che ce ne frega? direte voi. Nulla, ma ha comunque un grosso naso.

Sul risvolto della giacca sfoggia, a mo di spilla, una minuscola ascia.

Al polso ha un piccolo rosario buddista, il suo anello sembra una minuscola zanna d’elefante ed in mano ha dei dolci, che sgranocchia distrattamente.

Davanti a lui due uomini seri, in completo nero, quasi fossero mascherati da guardia del corpo.

Uno è un cinese, alto e muscoloso, i capelli lisci, neri come la notte.

Il secondo è un bianco, biondo, le sopracciglia quasi non si vedono per quanto sono chiare.

Porta un pizzetto di pochi giorni, assottigliato nella parte inferiore, quasi a creare una mosca sul mento. Assomiglia in maniera inquietante a un divo del cinema d'azione.

Dietro un nero, alto e dallo sguardo duro. Capelli crespi lunghi e baffi. Al suo fianco una donna dai tratti giapponesi, alta, mascella forte.

Tutti si muovono con estrema eleganza, quasi scivolassero sul mondo.

Si muovono con grazia e calma, eppure è come se corressero, intoccati dalla folla brulicante, verso il cancello del loro volo.

 

Una prigione, da qualche parte nel cosmo

Romogok dei centurii[i] contempla il luogo in cui si trova. È accosciato, sostanzialmente lacero e in catene.

La stanza che condivide con altri cento individui di innumerevoli specie è fredda. Il pavimento, che viene lavato due volte al giorno con potenti getti di acqua fredda, trasuda umidità e lerciume.

La nuda pietra è il loro solo giaciglio e ognuno di loro ha a disposizione per muoversi solo lo spazio che gli consente la catena che porta al collo.

Nulla di più.

Romogok sta riflettendo. Il più nascostamente possibile, con tutte le barriere psichiche che sa innalzare, ma sta riflettendo.

Il suo ultimo pasto era diverso dalla broda schifosa che gli hanno propinato fino a ieri.

Perfettamente in grado di saziarlo. L'ha già visto succedere altre volte, l'ha capito dagli sguardi famelici dei suoi compagni di sventura. Se non fossero legati con la catena, alcuni di loro, quelli che sono li dentro da più tempo e che hanno più fame, l'avrebbero certamente aggredito, per contendersi i pochi avanzi.

Fra poco verranno per fargli fare una doccia. Così sparirà dalle loro vite.

Le leggende fra gli schiavi vogliono che questo accada perché sei stato comperato. Non intendono consegnarti al tuo nuovo padrone affamato e lacero. Non sarebbe una buona pubblicità.

Qualunque sia il suo destino, sparirà, per loro. Che lui sappia nessuno è mai tornato. O, per lo meno, non ha conosciuto due schiavi che sono tornati li contemporaneamente.

No, in realtà non ha conosciuto due schiavi che siano tornati li.

La stella d'oro non è più il centro del commercio galattico di schiavi, non lo è da tempo. Hanno fatto il passo più lungo della gamba, hanno aspirato troppo in alto, ad affari troppo colossali.

E sono stati spazzati via per questo.

Oramai il loro mercato ridotto tratta solo merce invendibile su altre piazze o sfigati capitati li per caso.

Lui è stato venduto da un contadino kree che si era indebitato con la gente sbagliata troppo lontano da casa.

Un ex-militare, a giudicare dalle ferite che sfoggiava, ma comunque un contadino così ingenuo da aver contratto debiti in una zona della Via Lattea che i kree non li temeva neppure quando erano una potenza militare. Una potenza militare di una piccola e distante galassia straniera.

La pesante serratura metallica stride, quando la chiave fa girare i suoi meccanismi mal lubrificati.

- Centurii, alzati e appoggia le mani al muro. -

Le grosse manone ruvide che gli piegano le braccia per ammanettarlo dietro la schiena non fanno presagire niente di buono. Finalmente sente il pesante collare ossidato che viene sganciato dalla catena.

- Voltati e cammina, ti diremo noi dove andare. -

Non è riuscito a vederli in faccia. Non che importi, poiché sono soliti portare pesanti maschere di cuoio e metallo, sia davanti agli schiavi che ai clienti.

Molto attenti all'immagine (e all'anonimato).

Una grossa lucertola squamosa con un cappuccio di cuoio o una grossa formica con il cappuccio di cuoio.

Se non fosse drammaticamente reale, stimolerebbe il suo senso dell'umorismo. Ma è stato schiavo troppo a lungo, seppure non per periodi continuativi, per averne ancora uno.

Non dopo aver visto il suo mondo devastato, non dopo aver patito schiavitù e sfruttamento.

- Faccia al muro. - Sente che lo attaccano al collare di una nuova catena. Poi gli tolgono le manette.

Qualcuno getta un pezzo di sapone in terra.

- Fai in fretta, non abbiamo tutto il giorno. -

Poi un getto d'acqua gelida lo colpisce all'improvviso, prima ancora che riesca a spogliarsi.

 

Poco fuori Brasilia.

Planano nel grande parco della fazenda come se si sentissero a casa loro, certi che nessuno possa o osi opporsi al loro potere.

Vivono su un mondo di pulci, poche delle quali possono anche solo sperare di confrontarsi da pari a pari con uno di loro, figurarsi con tutti.

Vengono da una cultura che ha conquistato le stelle e vinto la morte.

Sono esiliati, rifiutati, per le loro idee rivoluzionarie[ii].

I loro colossali artigli toccano il prato erboso scavando enormi solchi. La terra cede sotto il loro peso.

La fazenda sembra farsi per un istante sfocata. È meno di un secondo, solo un occhio attento se ne sarebbe accorto.

Per i cinque colossali dragoni che sono appena atterrati nel prato il segnale è inequivocabile.

Lentamente (o almeno sembra lentamente, il cervello umano non può neppure concepire che una cosa del genere possa accadere in fretta) i loro corpi diventano sempre più piccoli e man mano più umani, fino a che sul prato restano solo 5 uomini, senza nulla di particolare.

Fino a che uno di loro non parla.

- Non siamo qui per farvi del male. Vogliamo solo la vostra astronave. -

Dalla parete della fazenda esce un uomo. Alto, capelli castani lunghi, folta barba. Vestito di bianco, con larghe maniche a sbuffo.

Avanza sul prato, oltrepassando il punto in cui dovrebbe trovarsi lo schermo di forza come se non esistesse.

La sua voce è pacata, placida e ferma.

-Non c'è nulla che possa servirvi qui. Andatevene in pace. -

Sfidando apparentemente ogni legge della fisiche la massa di uno degli uomini aumenta considerevolmente, mentre torna a trasformarsi in un colossale dragone. Verde, col collo lunghissimo e una bocca enorme. Ride, mentre si trasforma.

- Vorresti scacciarci, umano? - dalla sua bocca parte una raffica di fiamma che incenerisce tutto quello che trova sulla sua strada.

La devastazione si ferma lungo una linea netta, dove si trova il campo di forza.

 

Sull’aereo

- Per come la vedo io, stiamo attirando inutilmente l’attenzione. – Abe Brown passeggia su e giù per il salottino dell’aereo privato, la rabbia lo aiuta a vincere l’imbarazzo per il lusso sfarzoso di quel luogo – Dico, se veramente sei chi dici di essere, se veramente di là al posto del pilota c’è chi dici che ci sia mi spieghi perché non siamo saltati alla nostra destinazione con uno schiocco delle dita? -

- Invero – è Bob Diamond a parlare – Mio buon amico, l’obiezione del nostro cupo compagno è pertinente. Ci hai donato questi nuovi amuleti, che sembrano, in maniera inquietante, gli originali. Ne hai creato un altro, così da far partecipare anche la nostra buona amica all’unione che potenzia le nostre capacità e credo di aver visto i risultati dell’azione della nostra compagna, arrivando su un campo di battaglia a lavoro concluso. Ma queste cose provano poco di ciò che ci hai detto sulle vostre identità. Invece, e questo è male, c’è più d’una prova che ciò che hai detto sulla nostra missione sia vero. Del resto non ti avremmo seguito, altrimenti. –

- Capisco le vostre perplessità. A proposito, buona imitazione dei nostri fratelli asgardiani, all’inizio del tuo discorso Bob. Quelli sono gli amuleti originali, ne avrete la controprova quando arriveremo a K'un L'un. Non ho creato il quarto, perché non ve n’era bisogno e perché non mi è concesso manifestarmi nella mia piena potenza, in questa missione. Del resto per questo mondo sopportare la nostra vera forma sarebbe ben difficile e il passaggio dal nostro mondo a questo richiede, per essere facile, un mutamento qualitativo della materia che ci compone, anche se il termine “materia” è inadatto a descrivere il nostro mondo.

Mi sono quindi limitato ad estrarre dall’essenza degli amuleti una copia e modificarne la forma. Svolge perfettamente la sua funzione e, fino a quando non entrerete in uno dei regni magici superiori, è assolutamente indistinguibile dagli originali. Quanto alla nostra amica di là, credetemi, perfino in questa manifestazione terrena due delle sue tre forme sarebbero assolutamente insostenibili anche per persone, che come voi, si sono avviate sulla via dell’illuminazione.

Io stesso tremo quando mia madre assume la sua forma più terribile.

Quanto allo spostamento repentino, temo che la mia cavalcatura non accetti altri passeggeri che me e non mi è possibile in altro modo, non su questo mondo.-

 

Lo spazio, non troppo distante dalla Stella d'Oro. Ma neanche troppo vicino.

La piccola navetta non è stata costruita per lunghi viaggi. Quando è partito dalla Stella d'Oro, dopo aver venduto Romogok e tutti i suoi averi, tranne la navetta, tutti hanno capito che il suo debito era stato contratto in un sistema vicino, non certo nella galassia kree, a meno di preventivare un lungo viaggio con decine di scali.

Ma la cosa peggiore è stato trattenersi dal reagire agli sberleffi degli sssth[iii].

Malgrado siano sostanzialmente barbari dediti alla rapina e al saccheggio, si considerano dei grandi guerrieri.

Malgrado siano stati sbaragliati, e con facilità, da un solo individuo, che ha causato il crollo e, quasi, la fine del loro commercio con i vrellnexiani[iv], non perdono occasione per sbeffeggiare chi considerano uno sconfitto.

Ha dovuto sopportare così tante battute sulla virilità kree da poterne riempire un libro.

Due libri.

*Basta con le bambinate, ho cose più serie da fare* pensa mentre si infila nell'hangar che si è aperto al suo approssimarsi.

La colossale nuova nave, appena uscita dai cantieri rigelliani, dove è stata radicalmente ristrutturata nello scafo così da essere totalmente irriconoscibile, risponde ancora al nome di Yamato.

È un nome glorioso e questo è tutto ciò che importa.

Mentre raggiunge il ponte di comando si toglie i pochi stracci del suo travestimento da contadino, rimpiazza la camicia con la parte superiore di una divisa da capitano dell'esercito kree, scegliendola tra svariate, di vari gradi, che il robot di servizio gli tende.

Indossa, sopra questa, un leggero esoscheletro da battaglia e copre il tutto con una cappa.

Poi si toglie la benda dall'occhio, scoprendo le cicatrici e l'innesto cibernetico ad altissima tecnologia che lo sostituisce.

- Bene, - Arr-Lo si rivolge agli ufficiali che si sono voltati al suo ingresso – ci attende un lungo e difficile viaggio. L'infezione ha già iniziato a propagarsi. -

 

Il parco di una fazenda in Brasile

La devastazione si ferma lungo una linea netta, dove si trova il campo di forza.

Fa eccezione una piccola area, perfettamente circolare. Al suo interno l'uomo dai capelli castani. Il vestito bianco immacolato. Non da segno di aver neppure sudato per il calore, non un capello scomposto per lo spostamento d'aria.

Il secondo drago riacquista la sua forma colossale e colpisce con la coda. Sembra quasi che l'arto perda accelerazione mano a mano che si avvicina e finisce per fermarsi a circa un metro dall'uomo.

Wundarr del pianeta Dakkam, esule, come i makluani[v] che gli sono di fronte, fa un ultimo tentativo di composizione pacifica del conflitto.

- Non ci sono astronavi, qui. Non c'è quindi alcun bisogno di combattere. -

Il suo campo entropico viene forzato da un colossale pugno verde.

- Non dite che non vi avevo avvertito. - La sua voce è sempre placida, mentre dai suoi occhi parte una scarica energetica che contiene l'intera energia cinetica dei due colpi e dello spostamento d'aria e il potenziale energetico della fiammata.

Uno dei draghi crolla a terra, stordito. In un istante tutti e cinque hanno riassunto la loro forma originaria e concentrano i loro fiati roventi su Acquario.

 

Un piccolo aeroporto nell’interno della Cina

- A piedi? Prima dobbiamo partire in tutta fretta, perché la nostra missione è urgente ed ora dobbiamo andare a piedi? Impiegheremo giorni, giorni. -

- Si calmi, signor Diamond. Per quanto io mi renda conto del suo bisogno di rimanere nel personaggio, so che lei è sufficientemente evoluto da rendersi conto che questo modo di avvicinarci alla nostra destinazione è necessario per impedire che l’ingresso alla cittadella sia scoperto, oltre che far parte della modalità rituale di avvicinamento a quel luogo. –

Detto ciò, l’uomo insolitamente grasso si avvia verso l’uscita dell’aereo, assieme alla donna dalla bellezza così fulgida da far male al cuore che pilotava il mezzo.

Per i Figli della Tigre non c’è altra scelta che seguirli sulla pista e lungo il sentiero che si inerpica sulle montagne.

Fuori li attende il delegato del Governo cinese, incaricato di scortarli nella loro escursione.

Lo Scimmiotto de La Forza della Cina[vi], il gruppo governativo.

A cavallo di una nube dorata, ovviamente.

- Alla faccia dell’azione sotto copertura. – Lotus Shinkuko fissa con dispetto l’essere silenzioso, che testimonia, con la sua presenza, che il Governo cinese sa su di loro molto più di quanto loro vorrebbero.

L’uomo grasso gli si avvicina e gli porge la mano – Smith. Sono onorato di fare la sua conoscenza. -

 

A bordo della Yamato

Sprofondato nella colossale poltrona il gigante giallo-arancio verifica i sistemi d'arma.

Quella nave, nella sua precedente forma, aveva tenuto testa, per una lunga, interminabile ora, all'intera prima flotta skrull, schierata a protezione del pianeta capitale.

Non proprio quella, una dello stesso modello, probabilmente dalla stessa potenza.

Usata da un pazzo il cui solo scopo era portare preventivamente la distruzione su chiunque poteva, a suo avviso, costituire una minaccia alla pace universale. Guerra preventiva, solo un pazzo potrebbe concepirla[vii].

Non ha mai visto nulla di così incommensurabilmente potente.

Eppure non sarebbe bastato quando una forza della natura in forma umanoide (ma era veramente la sua forma?) decise di cancellare il suo mondo dalla realtà, di nutrirsene, come faceva da innumerevoli millenni con i mondi abitati.

Non sarebbe bastato quando il pianeta che i pochi sopravvissuti avevano eletto a loro nuova dimora decise di cibarsi di loro, di integrarli nella sua struttura pulsante di vita.

*Potrei anche essere l'ultimo della mia specie, i pochi altri potrebbero essere svaniti in qualche altro grottesco cataclisma e io esserne all'oscuro. questo universo ci odia.*

Probabilmente non basterebbe neppure contro i loro alleati, che l'hanno rubata dal pianeta arsenale del pazzo furioso, prima di distruggerlo.

Pargo, l'imponente colosso dall'apparenza rocciosa[viii], uno degli ultimi di una razza i cui membri più prestanti fisicamente erano (e sono) in grado di scontrarsi da pari a pari con gli dei, riflette mesto sulle creature inarrestabili ed enigmatiche che accompagnano la loro lotta.

Esseri la cui potenza può distruggere pianeti.

Le cui trame sono tese a rubare gli attributi alle entità.

Le cui arti sono atte a tenere antichi dei oscuri al di fuori del cosmo.

*Cosa mai li attrarrà in noi?*

Preso da così meste riflessioni, mentre le sue mani e i suoi occhi volano da strumento a strumento, non sembra notare la figura che si avvicina, silenziosa, alle sue spalle.

 

Montagne, non si vede altro.

I sei si inerpicano sempre più in alto. Presto quella che è cominciata come una difficile passeggiata si arresta di fronte a una fenditura bloccata da una frana. Lo scimmiotto vola fino in cima, poi aspetta.

I sei, invece, si inerpicano con difficoltà, tastando i massi con le piccozze, prima di scavalcarli.

- Se non ci fosse questo ospite fastidioso potremmo cavarcela molto meglio, non è vero Mr “Smith”? -

La pesante mole di Mr “Smith” sembra sfidare la forza di gravità, infatti l’anfitrione dei Figli della Tigre si arrampica con un’agilità che supera di gran lunga quella dei suoi atletici compagni.

Con un po’ di fatica arrivano in cima alla frana. Il tempo di prendere fiato e lo scimmiotto schizza via. La nuvola d’oro raggiunge velocemente un manipolo di demoni, esseri multiformi che stanno assaltando la frana dal lato opposto, sbucando dal nulla (o meglio, da un portale oscuro come la notte più buia).

Il suo bastone di ferro colpisce nel mucchio, infrangendo il debole legame che li trattiene nel mondo.

Ma l’orda sconfinata conta sul numero, più che sulla forza.

I Figli della Tigre si preparano allo scontro, mentre il loro corpulento ospite subisce una lenta ed inesorabile mutazione.

Il suo aspetto diviene sfocato, come attraverso il sottile velo di una cascata e un dio con otto braccia e la testa di elefante, con la pelle di colore bianco, fronteggia l’avanguardia dell’orda. Una mano assume il segno abhaya mudra (che allontana la paura) e l'altra varada mudra (che concede benedizione). Tiene il cappio, il rosario, l'ascia, il martello, la zanna, una ghirlanda, frutta e mudhak.

Ciò che non serve in battaglia sparisce velocemente, per lo più nelle sue capaci mandibole.

Ha il vantaggio della posizione e della potenza poiché pochi possono fronteggiare il protettore dei deboli, qualunque sia il campo in cui eccellono.

Ma la quantità dei nemici è sconfinata ed il portale irraggiungibile, un intero universo demoniaco cerca di riversarsi sul mondo e i nostri, per quanto potenti, sono solo in sette.

Ganesh guarda la donna al suo fianco.

- Madre? -

- Si. Non scendete. Per nessuna ragione. –

A quel punto Parvati la splendente abbandona il suo mascheramento mortale e viene sostituita dalla sua forma intermedia.

È Durga che salta dalla cima alla frana, ma è la forma terribile e spaventosa della signora della distruzione che atterra in mezzo ai nemici. La pelle blu come la notte ed ognuna delle sue mani armata.

I demoni più deboli perdono il legame col mondo per la sua semplice presenza, prima ancora che inizi a volteggiare fra di loro, lasciandosi alle spalle una scia di devastazione.

Lo scimmiotto, impegnato in una battaglia aerea contro centinaia di avversari, si allontana istintivamente dal suolo, tale è il potere di Kalì che anche l’imperturbabile Goku viene attanagliato dal terrore della sua presenza.

E i quattro mortali, seppur distanti, sentono un brivido gelido accarezzargli la schiena. Gli sfuggono concentrandosi ancor più sul combattimento.

In breve la dea raggiunge il portale, che crolla sotto la sua furia.

I demoni, venuto meno il loro vincolo, cominciano ad abbandonare il mondo, comunque falciati dalla dea.

Quando Kalì si ritrova sola sul campo, rivolge il suo ghigno malvagio verso i suoi compagni che rimangono immobili, agghiacciati dal loro terribile ed inevitabile destino.

Per un attimo la signora della distruzione sembra determinata a stendere la sua tremenda mano sul mondo intero, un attimo dopo i suoi lineamenti si sono addolciti ed anche il più attento osservatore, che notasse che il volto è innegabilmente lo stesso, non potrebbe fare a meno di sorridere, come se la fredda aria della montagna fosse mossa da una brezza primaverile ed una insondabile vena di ottimismo spazzasse via il terrore profondo di pochi istanti prima.

Ganesh e i Figli della Tigre si muovono, scendono dalla frana mentre lo scimmiotto si affretta a raggiungere il terreno (beh, quasi, visto che resta sospeso, con la sua nuvola, a pochi centimetri da esso).

Come raggiungono i due, Ganesh si volta verso la parete rocciosa, quasi liscia, attirando l’attenzione dei suoi compagni.

- A questo punto è inutile mascherarsi e un posto vale l’altro, su questi monti, per infrangere la barriera fra i mondi. Ma prima… -

Un brivido freddo attanaglia tutti per un singolo istante. L’onda d’urto del colpo è terribile, le loro orecchie fanno male e fischieranno a lungo e il terribile impatto è subito seguito dal rumore del bastone che cade a terra e dal sibilo della nuvola d’oro che parte all’inseguimento del suo padrone.

In un istante Kalì è svanita di nuovo e sulla parete, che sembra spaccarsi, c’è un portale splendente che Ganesh si affretta a varcare, seguito da tutti gli altri.

 

Alle spalle di Pargo

K'till di Debebola[ix] sa muoversi in silenzio, quando vuole. Anche quando incede maestoso, i suoi passi sono leggeri come l'aria.

Se fai parte dell'opposizione ad un governo oligarchico, in un pianeta la cui popolazione, oramai sull'orlo dell'estinzione, è di poco superiore ai 200 abitanti, questa caratteristica è essenziale.

- Impressionante, non trovi? -

- Credevo che nessuna tecnologia potesse impressionare voi deonisti. -

- Per favore, non chiamarmi col nome della corrente politica che ha causato la morte della mia specie. Non seguiamo più quella fede. Anche se millenni di devastazione tecnologica hanno oramai reso sterile il nostro mondo, cerchiamo di renderlo di nuovo fertile. Lo spazio non ci manca e l'energia, se improntata al risparmio, per mantenere in vita le macchine necessarie a 200 persone può tranquillamente venire dal sole. Comunque hai ragione. Siamo stati abituati a pensare per millenni che non esistessero tecnologie più avanzate della nostra, o per altri versi dei colonizzatori rigelliani. Ma, seppur improntata alla pura distruzione, questa nave è in grado di sorprendere anche me. Sono molte le specie che hanno raggiunto uno sviluppo ben superiore a quello necessario a realizzare ogni singola componente di questo gioiello di morte, ma nessuna era mai riuscita, o aveva mai tentato, di realizzare qualcosa di simile. -

- Quindi non è perfezionabile? -

- Come dicevo, è impressionante per la grandezza che dimostra al solo scopo della distruzione. Ma presenta molti gradi di arretratezza. Questo è molto comune in chi si concentra in questo barbaro passatempo. I sistemi energetici possono essere perfezionati in modo da non sovraccaricare i motori quando si spara con il cannone principale, i replicatori alimentari riprogrammati per generare cibo appetibile, gli alloggi ristrutturati per accogliere forme di vita meno inclini a una vita assolutamente spartana. Possiamo fare migliaia di migliorie, alcune forse troppo costose per le nostre possibilità, ma resterà sempre una nave da guerra, una macchina concepita solo per la morte e la distruzione.

Ho nostalgia della nostra nave. -

- Che aveva bisogno di essere riparata ed è troppo nota per affrontare questa missione. Costruire le nostre alleanze richiede un ampliamento dei nostri obiettivi iniziali. Non possiamo più considerarci pirati e contrabbandieri. -

- Vero. Ma avresti mai immaginato, quando solo pochi mesi fa ci siamo imbarcati nell'impresa di far espatriare due oppositori kree, che saremmo stati coinvolti in una cosa folle come la conquista della galassia? -

- Amico mio, rabbrividiresti sapendo cosa riesco ad immaginare. Ma non mi sembra che il progetto al quale stiamo partecipando sia etichettabile come “conquista della galassia”. Non stiamo cercando il potere, stiamo cercando la libertà. È un po' diverso, non trovi? -

- Si, è diverso. Sono solo scosso dall'improvviso cambiamento della nostra vita. E, non lo nego, dalla cattiva fama di gran parte dei nostri alleati. -

- Ahahahahah. Perdonami, amico, ma questo, detto da un pericoloso pirata sanguinario, ricercato per crimini che, per lo più, non sapeva neppure di aver commesso, è esilarante. -

 

Brasile

I silicati presenti nel terreno si sono vetrificati, sottoposti alla immane potenza delle fiamme dei cinque draghi.

Nulla è invece accaduto all'interno del campo entropico di Acquario.

Il dakkamita estende il potere del suo campo, neutralizzando in parte anche la gravità e schizza in direzione della testa di uno dei draghi.

Anche ora che la sua potenza è aumentata, non ha che la metà della forza del suo antico tutore, forse anche un terzo. Ma la sua conoscenza del mondo è incommensurabile e colpire l'unico punto in cui una semplice pressione può stordire l'avversario (anche se la “semplice pressione” in questo caso deve superare, seppur di poco, le 40 tonnellate) non è difficile.

Wu Pong crolla a terra con immenso fragore.

Acquario effettua una virata stretta per evitare il corpo che cade, poi ruota su se stesso di 180 gradi per fronteggiare un secondo drago. Rilascia tutta l'energia delle scariche di fuoco in un unico colpo. Chi Chang viene scaraventato via dall'immane impatto e non si rialza.

In questa azione Acquario resta scoperto e due colossali pugni si incontrano nel punto in cui si trova. L'impatto genera onde d'urto che sradicano gli alberi più vicini.

Ma non sembrano impensierire il campo entropico, che non vacilla.

A dir la verità le colossali variazioni di energia fanno vacillare l'organismo del dakkamita, ma l'energia del colpo lo sostiene. Energia che rilascia quasi subito e Chen Hsu crolla a terra, scavando un solco nel prato.

Acquario schizza via appena in tempo per evitare il colpo di Fin Fang Foom, ha bisogno di prendere fiato. Si allontana in volo alla massima velocità.

I due draghi non lo inseguono, ma rivolgono la loro attenzione al campo di forza della fazenda.

Dopo ogni pugno è più ampia l'area che diventa opaca e l'effetto dura sempre più a lungo.

Mentre i due draghi gongolano un oggetto bianco argenteo colpisce a grande velocità Axonn-Karr alla testa. Mentre Acquario si prepara a rilasciare l'energia dell'impatto Fin Fang Foom prepara una fiammata che reprime. Dalle narici escono i fumi della combustione, che le grandi temperature non hanno disperso.

La nuvola tossica raggiunge il campo entropico. Esso è abbastanza permeabile da far entrare l'aria, i fumi passano via in fretta, ma non così velocemente da non provocare danni. Acquario cade a terra svenuto.

 

Fuori e dentro il mondo

Davanti a loro la porta di una colossale città fortificata. La gloriosa K’un Lun.

Per una ragione o per l’altra tutti loro l’hanno già visitata.

- Da qui in poi i nostri cammini si separano, poiché il nostro ingresso rivelerebbe molto più di quanto è necessario e saggio rivelare, gettando panico e scompiglio tra i nostri potenziali alleati, potenziando, di fatto, i nostri nemici.

Avrete però bisogno, oltre alla vostra abilità, di qualche aiuto magico, per portare avanti la vostra missione. -

Detto ciò estrae dall’aria quattro buffi monocoli, simili a mezzi occhiali, che pone sul volto dei Figli della Tigre e quattro anelli che portano inciso un uncino, che mette al loro mignolo destro.

Poi bussa e, prima che la porta inizi a cigolare, è svanito, assieme alla sua compagna.

Come non fossero mai stati lì.

 

Uno dei tanti pianeti della Via Lattea

Il nuovo padrone è umano, nel trattamento dei suoi schiavi. Tiene ai suoi possedimenti e non tollera che si usurino per incuria, sua o di altri.

Conosce bene il significato della gerarchia, ha infatti preteso di parlare, uno per uno, con i nuovi acquisti[x], in presenza del mastro degli schiavi.

Ha dato ordini precisi ad entrambi, in presenza di entrambi.

- Sei l'ultimo arrivato, ti tocca il compito di buttare la spazzatura. Non è un lavoro troppo duro, né fuori dalla tua portata. Fallo bene e farai carriera. -

Romogok si trova, per la prima volta, davanti all'impianto di smaltimento.

Li arriva lo scarto del lavoro e della vita di centinaia di schiavi, impegnati nell'improvvido compito di sfamare altre centinaia di padroni fortemente pecunio-dotati.

Data la natura della lavorazione, la gran parte dei rifiuti sono di natura organica. Essi vanno accuratamente separati e raccolti in appositi cassoni in cui possono essere indotti, con l'aggiunta di speciali composti del tutto naturali, a sviluppare il giusto ed equilibrato processo di putrefazione che ne farà dell'ottimo fertilizzante.

Lavoro che, seppur sostanzialmente automatizzato, è considerato troppo degradante per essere eseguito da individui liberi.

Da ciò la necessità dell'uso degli schiavi.

Romogok riflette sulla forte differenziazione del livello di barbarie che si riscontra nelle varie società della galassia mentre entra nella cabina asettica dell'impianto, stretta e circondata da una serie di complessi pannelli, pieni di manometri, leve e pulsanti, tutti, comprensibilmente, inattivi.

Si siede davanti alla tastiera, accende il sistema. Sullo schermo compaiono, dopo un tempo di caricamento apprezzabilmente breve, gran parte degli strumenti che dovrà utilizzare.

Riflette amaramente sul suo destino.

Da filosofo a schiavo, pirata, contrabbandiere e poi ancora schiavo (più o meno).

*Si, più o meno*

Sorride, stando attento a non farsi vedere dalle telecamere, mentre avvia il processo e braccia robotiche iniziano a selezionare gli elementi non chiaramente organici lungo il nastro trasportatore.

Un lungo lavoro lo attende.

 

Brasile

Fin Fang Foom si volta nuovamente verso lo schermo di forza. Ignora i compagni caduti e l'avversario svenuto. Un compito più pressante lo attende.

Dalla parete della fazenda parte una scia verde-violacea.

Investe il drago alieno con tutta la sua potenza trascinandolo a terra centinaia di metri più in la.

Drax colpisce al mento la colossale testa che cerca di azzannarlo e si prepara a sferrare un terzo colpo.

Il collo di Fin Fang Foom sferza l'aria come una gigantesca frusta e la testa colpisce il terreno con violenza.

E sul terreno resta.

 

 

 

Seguimos en combate

 

note dell’autore.

Beh, dopo aver visto, o meglio intravisto, i Figli della Tigre che si aggiravano tra le pagine della serie della Guardia dell’Infinito (ed esservi chiesti, che cazzo ci staranno a fare qui?) e i loro due compagni (Ganesh e Kalì) nelle pagine di Thor due parole sui personaggi.

I Figli della Tigre sono comparsi per la prima volta in Italia nel numero 3 di “Shang Chi, maestro del Kung Fu” della oramai quasi mitica “Editoriale Corno” (trecento lire, fatevi sto flash. Allora era una cifretta discreta), Deadly Hands of Kung Fu #1 dell'aprile 1974. Sulla sua scheda nell’appendix si dice che Kalì appare per la prima volta in War Machine #6, September 1994, ma sappiamo che se si considera in continuity un racconto di Amazing High Adventures del dicembre 1986 ambientato in India nel 1870, questo non è più vero. Inoltre sarebbe dovuta essere presente ad un concilio degli dei Indù in Thor 301 (ma non si vede e come prima apparizione non mi sembra sto granché) quindi è ipotizzabile che questo dato non sia delirante come il resto della scheda. Ganesh, che io ricordi, non è mai apparso in un albo Marvel.

Lo scimmiotto, che per quanto ne sappiamo potrebbe essere davvero il personaggio del “Viaggio in Occidente” che ha ispirato circa 5000 personaggi della produzione narrativa multimediale orientale è apparso in alcuni episodi della serie “La Forza della Cina”.

Per lo meno fino a quando non riprende quella serie lo ripescherò, di tanto in tanto.

Veniamo alla parte di avventure spaziali: i personaggi sono tutti di mia invenzione, ma appartengono a specie già esistenti che provengono da stelle che nel mondo Marvel posseggono dei pianeti abitati. Ovviamente qui usiamo i riferimenti e i nomi terrestri, nel caso di gran parte delle stelle. Le ragioni sono sostanzialmente due.

La prima è che gli autori che per primi usarono questi popoli, diedero questi nomi alle loro stelle. Sarebbe lungo e faticoso correggere questa lieve imprecisione. E io sono pigro, credo sia oramai evidente per chiunque.

La seconda è che in questa maniera è più facile, per chiunque voglia farlo, orientarsi su una mappa galattica.

Ora, per quello che ne sappiamo, i grandi imperi che egemonizzano alcune delle galassie a noi vicine, gli skrull nella galassia di Andromeda, i kree nella Grande Nube di Magellano, gli shi'ar nella galassia Shi'ar (qualunque essa sia) o la particolarità della galassia del Triangolo sono sostanzialmente delle eccezioni, nel cosmo. Di certo la nostra galassia, la Via Lattea, è disunita politicamente. La cosa che balza subito agli occhi è, anche, che per lo più, gli eroi terrestri hanno avventure al di fuori di essa.

Quindi la conosciamo poco. Conosciamo, questo è vero, molte delle specie che la popolano, ma ad uno sguardo approfondito, la gran parte di esse abitano nei bracci galattici a noi più prossimi. I nomi terrestri delle stelle servono a notare questo aspetto ed a notare quanto ampio sia il nostro vuoto conoscitivo, rispetto alla Via Lattea. Vuoto che, con un po' di pazienza e fantasia, si può anche riempire. Vuoto che si può riempire anche senza fantasia. Basta inventarsi un impero che occupi gran parte della galassia ma non i bracci più prossimi a noi.

Però sarebbe uno spreco.

 

Ora voi vi chiederete, ma c'entrano veramente i Figli della tigre e tutti 'sti alieni con questa serie? C'entrano, fidatevi. Tanto, anche se non vi fidate c'entrano lo stesso.

 

Cmq per commenti, insulti o precisazioni rossointoccabile@virgilio.it



[i]     http://www.marveldirectory.com/alienraces/centurii.htm

[ii]    Noi sappiamo che, purtroppo, la realtà è più prosaica.

[iii]   http://marvel.wikia.com/Sssth

[iv]   http://marvel.com/universe/Vrellnexians

[v]    http://marvel.wikia.com/Makluans

[vi]   Potete leggere alcune delle loro avventure in alcuni numeri dell’antologica The Others

[vii]  Per saperne di più leggete il numero uno de: la Guardia dell'Infinito e/o Fantastic Four 359 (December, 1991) tradotto in Fantastici Quattro (1988) n.117, Marvel Italia

[viii] http://marvel.wikia.com/Taurians

[ix]   http://marvel.wikia.com/Deonists

[x]  Incredibile quando si capisce l'origine di un modo di dire, no?